L’intervento elabora un’area adiacente al centro di Luson trasformata negli anni 60’ per realizzarvi un campo da calcio. Al di sotto di questo piano artificiale è stato scavato il parcheggio ed al di sopra è stata realizzata un’area per il tempo libero che ricostruisce l’orografia originaria del pendio riconnettendo il paese con il grande prato che da qui scende fino al maso vescovile.
Il disegno del giardino nasce dalla sovrapposizione di due diverse strategie progettuali: da un lato la rigida, ortogonale, ampia geometria dei tre campi gioco, concepiti come radure impresse nella topografia naturale, e, dall’altra, la morbida modellazione del terreno con l’andamento sinuoso della rete dei percorsi che lo attraversano.
Il volume del parcheggio è invisibile dall’esterno. Solo tre «occhi» scuri rivelano un mondo sotterraneo ed artificiale scavato nel pendio. Tre finestre di differente fattura si aprono verso il paesaggio suddividendo il panorama in altrettanti fotogrammi. I tagli diagonali delle tre aperture all’interno lasciano entrare la luce in profondità ed evitano che si formino delle superfici in completo controluce.